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La sfinge dell’Argentario
Torre del Mulinaccio

La sfinge dell’Argentario

Si tratta di opere pre-etrusche scoperte nel 1955 presso Punta Ciana, nell’estremo settore meridionale dell’Argentario. Le ricerche portarono alla luce un’enorme roccia alta una decina di metri con i lineamenti del volto distintamente abbozzati e il classico copricapo egizio, ritenuta legata alla figura del dio Thot. I ritrovamenti, ritenuti importanti dagli esperti del settore, furono opera di Costantino Cattoi ex colonnello della Regia Aeronautica, collaboratore di Gabriele D’Annunzio e stimato amico di Italo Balbo. Lo studioso entrò in contatto con alcuni esperti di fama internazionale come l’antropologo statunitense George Hunt Williamson, l’esoterico peruviano Daniel Ruzo e il francese Denis Saurat, che pur lavorando in modo autonomo, giunsero alle medesime conclusioni, collegando le sculture rupestri italiane, alle simili scoperte a Marcahuasi in Perù, rafforzando la loro convinzione sull’esistenza di un legame tra il promontorio dell’Argentario, quale parte superstite della favolosa Atlantide, e il lontano Perù, sfidando l’establishment religioso e culturale tacitamente accettato da tutti.

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