L’economia della zona si basa essenzialmente sulle attività turistiche, molto sviluppate lungo tutta la costa e legate alla normale stagionalità delle festività italiane. Alle normali attività alberghiere e ristorative, si aggiungono quelle derivanti dai collegamenti con le vicine Isola del Giglio e Isola di Giannutri. L’Argentario è luogo privilegiato del turismo nautico, riveste inoltre particolare interesse dal punto di vista subacqueo, tanto da essere meta irrinunciabile sia per gli amanti delle immersioni sia per gli appassionati di biologia marina. Il comune si fregia ormai da diversi anni della Bandiera Blu riconoscimento conferito dalla FEE alle migliori località costiere europee e della bandiera verde per le spiagge migliori per i bambini. Dal 2016 Porto Santo Stefano e Porto Ercole, sono porti di scalo della compagnia di navigazione statunitense Oceania Cruises, che si occupa di crociere di lusso.
Parte della flotta peschereccia di Porto Santo Stefano ormeggiata al molo Garibaldi.
La pesca, era un tempo l’attività principale e notevole fonte di sostentamento delle popolazioni del luogo. Nella prima metà dell’Ottocento, fino al 1887 davanti a Porto Santo Stefano era attiva una tonnara, la pesca del pesce azzurro, acciughe, sarde e tonni, favorì la nascita di piccole attività conserviere già nel 1873. L’apice dello sviluppo del manifatturiero locale si ebbe negli anni sessanta del XX secolo, con la costruzione dello stabilimento Cirio di Porto Ercole per la produzione di tonno e sardine in scatola, l’ex fabbrica ormai abbandonata da decenni verrà trasformata in albergo extra lusso. Presso l’Argentario è presente una tra le più importanti flotte pescherecce del Tirreno e le barche esercitano soprattutto lo strascico costiero, le marinerie dei due centri principali forniscono il pescato nelle più importanti città italiane tramite il mercato del pesce. Azienda di rilievo internazionale con sede a Porto Santo Stefano è la Manno Pesca, multinazionale del commercio ittico.
Il promontorio è quasi interamente coperto da macchia mediterranea, ma in alcune zone si sviluppano attività agricole basate sulla coltivazione di ulivi, vigneti a terrazze e alberi da frutta. Dal 2006, da parte della regione Toscana, è iniziato un programma di valorizzazione della viticoltura delle isole dell’Arcipelago Toscano e del Monte Argentario, che ha consentito di aumentare la produzione vinicola di qualità di queste zone. Sono state individuate aree di particolare valenza ambientale e paesaggistica, particolarmente adatte alla produzione di vini a denominazione di origine protetta, come l’Ansonica Costa dell’Argentario. L’offerta viticola dell’Argentario potrebbe essere arricchita dal Riminese di Porto Ercole, antico vitigno autoctono riscoperto dalle ricerche dell’Università di Pisa in collaborazione con la provincia di Grosseto, che si inserisce nella politica dell’amministrazione provinciale a sostegno della viticoltura.
Di una certa importanza è anche l’attività dei cantieri navali e dei maestri d’ascia, soprattutto nella costruzione di imbarcazioni da diporto e rimessaggio navale. Il Cantiere Navale dell’Argentario, di Porto Santo Stefano, è uno dei più importanti cantieri italiani per il restauro di imbarcazioni e velieri d’epoca.
Il territorio di Monte Argentario è ricco di giacimenti ferro-manganesiferi. Le prime attività estrattive risalgono al 1873, dopo la scoperta del materiale nel sottosuolo in località Terrarossa e le escavazioni sono state sia sotterranee che a cielo aperto. Le miniere furono attive fino alla fine degli anni cinquanta del XX secolo, fra le aziende proprietarie figuravano l’Ilva e la Ferromin. A ricordo dell’attività rimangono le torri in cemento armato per la discesa dei pozzi di estrazione, la piana antistante che veniva usata come piazzale di cernita del minerale è stata trasformata in centro residenziale.